La verità è che vivo intensamente ogni situazione, ogni giorno della mia vita. Lo faccio con passione, sempre.
Mi sono scoperto passionale qualche tempo fa …, quando “pagavo” qualche “salato conto” del mio relazionarmi sentimentalmente con alcune persone.
Mi sono conosciuto meglio e ho accettato il mio essere.
Dalla consapevolezza su molte cose della vita si giunge ad un equilibrio interiore, che non ha prezzo.
Ho scelto allora di vivere ogni giorno come fosse l’ultimo.
Nella semplicità, per non dipendere dall’economia.
Vivere in armonia con se stessi è essenziale.
Continuiamo a osservare ciò che ci circonda, coglierlo e viverlo crescendo.
Io lo faccio con le immagini, i colori, i sapori e gli odori.
Fotografo e vivo.
Vivo e Fotografo.
Vivo.
Penso e credo che questa fortuna debba e possa essere consapevolezza di tutti. Ognuno di noi deve riconoscere la preziosità della vita, così da donare a coloro che possono meno.
Quando penso ai bambini che soffrono, subiscono violenza…, subiscono, allora chiedo a me stesso qualche impegno in più per cercare di offrire a questi che hanno poche possibilità e non la fortuna di crescere e di vivere in un sistema che ti permette grandi esperienze e buone opportunità.
Vivere il proprio talento è un bene prezioso che va usato ogni giorno e NON quando ce n’è la possibilità o qualcosa te lo permette.
OGNI giorno dobbiamo avere quella possibilità.
OGNI giorno dobbiamo permettercelo.
La passione per la vita è la nostra vera ricchezza.
Dedichiamo ogni giorno un pochettino della nostra ricchezza a chi ha bisogno, ai bambini che non possono, che non hanno, che subiscono.
Non dimentichiamo che loro sono il nostro futuro.
Possiamo, certo che possiamo. Noi ogni giorno possiamo fare qualcosa.
L’arte fotografica di Mirco Basso è stato e luogo dell’anima. Seguendo ispirazione e slancio emotivo, il suo obiettivo si fa medium affettivo dell’evento, cogliendo e fermando l’immagine immediata, quell’“attimo fuggente” che il suo occhio curioso e sensibile immortala grazie a macchine fotografiche che per lungo tempo sono state rigorosamente manuali e meccaniche. Da trent’anni, infatti, la fotocamera è sua “appendice naturale”, indispensabile strumento per cogliere l’irripetibile “momento epifanico” che il mondo circostante gli regala. Amando profondamente il jazz, l’artista definisce il suo stile “Visual Jazz” per l’equilibrato mix di tecnica ed improvvisazione che lo contraddistingue. Soffermandosi ad indagare le realtà a lui più intimamente e professionalmente vicine, Mirco Basso si fa apprezzare per la passione, la schiettezza e la sincerità che infonde nei suoi scatti, siano essi attinenti a lavori su commissione o germinati da una personale esigenza di espressione artistica. Determinato a non lasciarsi travolgere dall’ammiccante facilità del digitale, fino a tempi recenti, ha ostinatamente prediletto la seducente tattilità della pellicola e il fascino trepidante dell’attesa che la contraddistingueva. Egli semplicemente vede con la sua macchina fotografica, memore e forte dell’esperienza del metodo tradizionale che non ammetteva errori e che esigeva chiarezza di idee quanto all’ottica e al taglio da impostare, velocità nella messa a fuoco e nella regolarizzazione di diaframma e tempi di esposizione. Rivoluzionario nei controluce. Le sue foto, dal “timbro evanescente e musicale”, si oppongono alla miope fugacità dell’osservazione contemporanea ed ammaliano per il forte potere evocativo e per la sapienza compositiva che, offrendo una mappatura emozionale del reale, risultano capaci di addentrarsi nel variegato e complesso linguaggio dell’Arte Contemporanea. (Testo critico di Simona Clementoni)
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