Una domenica a Combai in terra Trevigiana, sulla strada del Vino.
Una zona bellissima (ancora in ritardo coi colori autunnali..), con mille posti caratteristici e tipici. Un paese famoso soprattutto per la sua “Festa dei Marroni” giunta alla 67^ edizione, circondato da località forse più conosciute, Miane, Follina, Pieve di Soligo per citarne solo alcune.
Castagne, in realtà quest’anno ce ne sono veramente poche – probabilmente gli organizzatori della Festa hanno dovuto acquistarle da altre zone -, tant’è che i residenti sostengono che questa situazione di “scarsa raccolta”, sarà anche per i prossimi 5 anni, e che l’attuale “crisi” è dovuta ad una malattia generata da un’insetto arrivato dalla Cina (‘sti Cinesi..!).
Cronaca di una giornata a Combai e di un momento di ritrovo tra amici, in una vecchia e accogliente casa (col suo “Fogher”, “Vaesana” o “Larin” – caminetto centrale con panche che stanno attorno al fuoco), in mezzo al bosco…, nel borgo delle Colmellere.
L’arte fotografica di Mirco Basso è stato e luogo dell’anima. Seguendo ispirazione e slancio emotivo, il suo obiettivo si fa medium affettivo dell’evento, cogliendo e fermando l’immagine immediata, quell’“attimo fuggente” che il suo occhio curioso e sensibile immortala grazie a macchine fotografiche che per lungo tempo sono state rigorosamente manuali e meccaniche. Da trent’anni, infatti, la fotocamera è sua “appendice naturale”, indispensabile strumento per cogliere l’irripetibile “momento epifanico” che il mondo circostante gli regala. Amando profondamente il jazz, l’artista definisce il suo stile “Visual Jazz” per l’equilibrato mix di tecnica ed improvvisazione che lo contraddistingue. Soffermandosi ad indagare le realtà a lui più intimamente e professionalmente vicine, Mirco Basso si fa apprezzare per la passione, la schiettezza e la sincerità che infonde nei suoi scatti, siano essi attinenti a lavori su commissione o germinati da una personale esigenza di espressione artistica. Determinato a non lasciarsi travolgere dall’ammiccante facilità del digitale, fino a tempi recenti, ha ostinatamente prediletto la seducente tattilità della pellicola e il fascino trepidante dell’attesa che la contraddistingueva. Egli semplicemente vede con la sua macchina fotografica, memore e forte dell’esperienza del metodo tradizionale che non ammetteva errori e che esigeva chiarezza di idee quanto all’ottica e al taglio da impostare, velocità nella messa a fuoco e nella regolarizzazione di diaframma e tempi di esposizione. Rivoluzionario nei controluce. Le sue foto, dal “timbro evanescente e musicale”, si oppongono alla miope fugacità dell’osservazione contemporanea ed ammaliano per il forte potere evocativo e per la sapienza compositiva che, offrendo una mappatura emozionale del reale, risultano capaci di addentrarsi nel variegato e complesso linguaggio dell’Arte Contemporanea. (Testo critico di Simona Clementoni)
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1 Comment
belle foto come sempre Mirco, complimenti e bella domenica trascorsa tra le colline!
Ciao Stefano.
belle foto come sempre Mirco, complimenti e bella domenica trascorsa tra le colline!
Ciao Stefano.
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