Mi trovo nel mio studio di casa e prendo in mano il lavoro degli ultimi giorni passati fuori da Jesolo.
Sappada, le sue montagne ma soprattutto le sue splendide persone (un’esperienza indimenticabile), che hanno rispolverato, tolto ragnatele…, su valori e principi offuscati ultimamente da comportamenti snob e ignoranti della gente e delle persone dove vivo.
Appena rientrato da una salutare passeggiata in riva al mare, dove (come al solito) uso andare per vedere il più lontano possibile. Oggi l’orizzonte era pulitissimo.
Mi tornano in mente bei momenti passati anche a Milano in tre giorni di lavoro, molto piacevoli, soprattutto esaltanti quando in scena sono comparsi: Beppe D’Onghia, Marco Formentini, Max Sutera e Lele Veronesi
Che musica ragazzi !!
Cliccando su questo link ascolterete l’Amico Beppe D’Onghia in due suoi pezzi esemplari della sua musica: http://youtu.be/svpAx9TRibw
“La musica è vita perché non avrebbe senso la vita senza la musica.” Questo è il Maestro Beppe D’Onghia.
L’arte fotografica di Mirco Basso è stato e luogo dell’anima. Seguendo ispirazione e slancio emotivo, il suo obiettivo si fa medium affettivo dell’evento, cogliendo e fermando l’immagine immediata, quell’“attimo fuggente” che il suo occhio curioso e sensibile immortala grazie a macchine fotografiche che per lungo tempo sono state rigorosamente manuali e meccaniche. Da trent’anni, infatti, la fotocamera è sua “appendice naturale”, indispensabile strumento per cogliere l’irripetibile “momento epifanico” che il mondo circostante gli regala. Amando profondamente il jazz, l’artista definisce il suo stile “Visual Jazz” per l’equilibrato mix di tecnica ed improvvisazione che lo contraddistingue. Soffermandosi ad indagare le realtà a lui più intimamente e professionalmente vicine, Mirco Basso si fa apprezzare per la passione, la schiettezza e la sincerità che infonde nei suoi scatti, siano essi attinenti a lavori su commissione o germinati da una personale esigenza di espressione artistica. Determinato a non lasciarsi travolgere dall’ammiccante facilità del digitale, fino a tempi recenti, ha ostinatamente prediletto la seducente tattilità della pellicola e il fascino trepidante dell’attesa che la contraddistingueva. Egli semplicemente vede con la sua macchina fotografica, memore e forte dell’esperienza del metodo tradizionale che non ammetteva errori e che esigeva chiarezza di idee quanto all’ottica e al taglio da impostare, velocità nella messa a fuoco e nella regolarizzazione di diaframma e tempi di esposizione. Rivoluzionario nei controluce. Le sue foto, dal “timbro evanescente e musicale”, si oppongono alla miope fugacità dell’osservazione contemporanea ed ammaliano per il forte potere evocativo e per la sapienza compositiva che, offrendo una mappatura emozionale del reale, risultano capaci di addentrarsi nel variegato e complesso linguaggio dell’Arte Contemporanea. (Testo critico di Simona Clementoni)
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3 Comments
Ben tornato! Sono “passata di qui” chiedendomi che fine avessi fatto;-) in attesa di vedere ed ammirare i tuoi nuovi scatti…buona giornata!:-)
Ben tornato! Sono “passata di qui” chiedendomi che fine avessi fatto;-) in attesa di vedere ed ammirare i tuoi nuovi scatti…buona giornata!:-)
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Grazie Rosanna !! Che piacere, il tuo “passar di qui”. Quando hai tempo .. clicca e ascolta il link.
Buona giornata anche a Te !! 🙂
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L’ho ascoltata con gli occhi chiusi…una meravigliosa vibrazione del cuore…!
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